Il tumore del seno è il tumore più frequente nella donna.
Nell’ anno 2019 sono stati diagnosticati nel nostro paese 53.500 nuovi casi (1 donna su otto) e sono in costante aumento.
Rappresenta ancora oggi nel mondo la prima causa di morte per tumore nel sesso femminile (solo in Italia si stimano circa 12-13.000 decessi ogni anno). Per fortuna grazie alla diagnosi precoce dovuta alla maggiore diffusione dei programmi di screening, ai continui progressi della ricerca con l’utilizzo di nuove e più efficaci terapie,alla maggiore sensibilità e alla crescente consapevolezza della importanza della prevenzione da parte delle donne, sopratutto delle giovani, che, in un numero sempre maggiore,ma non ancora del tutto soddisfacente, si sottopongono con regolarità ai controlli periodici clinico-mammo-ecografici,oggi si riscontra una continua riduzione della mortalità come dimostra il costante e progressivo tasso di guarigione. Resta però una significativa percentuale di pazienti che purtroppo soccombe alla malattia.
Si tratta di donne che non hanno eseguito i controlli periodici previsti e alle quali la diagnosi è stata fatta con ritardo, con il tumore in una fase avanzata con metastasi diffuse. Sorge quindi la necessità di passare da un approccio solamente curativo ad un approccio che miri soprattutto alla prevenzione della malattia. E’ stato dimostrato infatti che una prevenzione corretta e puntuale consente una diagnosi precoce del tumore con una sopravvivenza, secondo alcune statistiche, di circa 96% dei casi. Ulteriore prova per convincersi della assoluta ed impellente necessità da parte di tutte le donne adulte di iniziare a fare prevenzione secondo i protocolli nazionali .
LA PREVENZIONE del tumore del seno, quindi, costituisce oggi l’arma più efficace che abbiamo a disposizione per sconfiggere la malattia. Essa, considerato che oggi si riscontrano con maggiore frequenza tumori nelle donne con meno di 30 anni, deve iniziare a partire dai 20/25 anni, eseguendo l’autoesame ogni mese dopo il ciclo, la visita senologica annuale, dai 30 ai 40 anni aggiungere l’ecografia e dopo i 40 anni associare agli esami precedenti la mammografia ogni 12 mesi.
Viene proposta come prevenzione primaria, secondaria e terziaria.
* LA PREVENZIONE PRIMARIA: è molto importante perché, oltre a fare una diagnosi precoce del tumore,mira sopratutto ad evitare che il tumore possa insorgere, ricercando i fattori di rischio che possono favorirne la comparsa al fine di evitarli. Ciò tuttavia non sempre è possibile perchè vi sono fattori di rischio che sono modificabili ed altri che non si possono modificare.
* FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI SONO:
- ETA’: Raro prima dei 25 anni, la maggior parte dei tumori del seno (circa il 70%) si manifesta tra i 50 e i 69 anni di età.
- SESSO: Colpisce il sesso femminile, raro nel sesso maschile (circa 1% nel 2019).
- PREGRESSO CA MAMMARIO (aumento del rischio del 20%).
- FAMILIARITA’: chi ha parenti come nonna, mamma,sorella, figlia ma anche zie,cugine è più a rischio di tumore,sopratutto se uno dei familiari ha avuto il tumore in età inferiore ai 40 anni o è di sesso maschile.
- PATRIMONIO GENETICO: la presenza di mutazioni di alcuni geni, in particolare dei geni BRCA1 e BRCA2 comporta un alto rischio di sviluppare un tumore al seno.
Tutte le donne che ereditano mutazioni genetiche o che presentano familiarità per tumori mammari devono iniziare la prevenzione a 20 anni con l’autoesame mensile dopo il ciclo e visita senologica annuale ed eseguire, a partire dai 35 anni,oltre la mammografia annuale , anche una ecografia semestrale e una RM annuale.
Bisogna precisare tuttavia che questi soggetti non ereditano il tumore ma solo la predisposizione ad ammalarsi di tumore.
- MENARCA (prima mestruazione) prima dei 12 anni e MENOPAUSA dopo i 55 anni.
- PRECEDENTE di radioterapia del torace: soggetti sottoposti a sedute radioterapiche al torace per la cura di alcune malattie. Si raccomanda,ai fini della prevenzione, di evitare di sottoporre ad esami radiografici ,quando non strettamente necessario, i soggetti sotto i 20 anni in quanto a questa età la ghiandola mammaria è molto sensibile alle radiazioni.
- DONNE CON MALATTIE DISPLASTICHE DELLA MAMMELLA
- DENSITA’ DEL SENO: può provocare un incremento del rischio di cancro mammario.
- DIABETE di tipo 2 ,soprattutto in menopausa.
- DONNE NULLIPARE: le donne che non hanno avuto figli hanno un rischio maggiore non solo perché non si interrompe mai la produzione di estrogeni durante la loro vita fertile ma anche perché viene a mancare l’allattamento molto importante a fini protettivi.
* FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI: Sono quelli che si identificano nella scelta degli stili di vita e consistono nell’adottare una dieta sana e praticare con regolarità una attività fisica evitando cosi il sovrappeso e l’obesità. L’Organizzazione mondiale della sanità sostiene che un corretto stile di vita può ridurre l’insorgenza di 1 tumore su 3.
- ESERCIZIO FISICO: Studi effettuati in tutto il mondo hanno evidenziato che l’attività fisica comporta una diminuzione media del 25-30% di rischio di tumore al seno. Motivo per cui si raccomanda di fare attività fisica,come andare in palestra oppure fare una passeggiata a passo spedito o usare il tapis roulant o la bicicletta, per almeno 45-60 minuti al giorno per 5 giorni o più alla settimana, come sostiene l’American Cancer Society. Anche per le persone con pregresso tumore mammario l’attività fisica rappresenta un ulteriore strumento di difesa.
- ALIMENTAZIONE: E’ stato dimostrato che seguire,oltre all’esercizio fisico,una sana alimentazione evita il sovrappeso e l’obesità,che sono causa di un aumento di alcuni dei tumori,fra cui quelli del seno,soprattutto in postmenopausa.Infatti si è visto che l’aumento del rischio tumorale è direttamente proporzionale all’aumento dell’indice di massa corporea (IMC) ,che secondo l’OMS deve rimanere tra 18,5 e 24,9. E’ bene ricordare inoltre che per impedire l’aumento della obesità, conta, oltre alla quantità degli elementi ingeriti, anche la qualità. Da qui la necessità di fare una scelta degli alimenti.
Evitare, quindi, l’ingestione di grassi come burro, panna, maionese, margarina, lardo, strutto, limitare il consumo di carni rosse o di carni conservate (carni in scatola, salumi, mortadella, prosciutti, wurstel), cibi da fast food come hamburger, patatine ecc., di fritture di ogni tipo, di frattaglie e uova, astenersi dal consumo di sale e di cibi conservati sotto sale, ricchi di sodio che favoriscono la ritenzione idrica e di bevande zuccherate e gassate (come coca o succhi di frutta industriali,ecc.), ridurre i cibi ricchi di carboidrati come pane, pasta, riso e patate, diminuire il consumo di formaggi, latte intero e latticini che sono ricchi di grassi che producono elevate calorie. Al contrario l’uso di una alimentazione a base di olio di oliva e ricca di vegetali e di frutta (dieta mediterranea) con una consistente varietà di verdure a foglia verde (lattughe,broccoli,cavoli,cavolfiori, verze, spinaci, ecc.) e di legumi e cereali integrali , riduce il rischio di tumori mammari ed anche di recidive in pazienti operate per carcinomi mammari .
- ABITUDINE VOLUTTUARIE: Evitare il fumo e ridurre al minimo l’esposizione al fumo passivo.Uno studio effettuato su 300.000 donne reclutate in 10 paesi europei, ha rilevato che il rischio di sviluppare un tumore mammario è del 16% più alto per le fumatrici, del 9% per le ex fumatrici e del 10% nelle donne esposte a fumo passivo rispetto alle donne che non hanno mai fumato o che non sono state esposte a fumo passivo, limitare il consumo di bevande alcoliche. Alcune evidenze scientifiche hanno dimostrato infatti che il consumo di alcol provoca un aumento dell’incidenza del tumore del seno nella donna sia in pre-menopausa (circa il 5%) sia in post-menopausa (circa il 9%).Pertanto si consiglia,a chi ne fa uso,di non superare una dose giornaliera corrispondente a un bicchiere di vino o ad una lattina di birra o ad un bicchierino di liquore da prendere solo durante i pasti.
- ORMONI: Gli ormoni, in particolare gli estrogeni, hanno un ruolo importante ,oltre che nel regolare i processi legati alla fertilità,anche nel determinare un aumento del rischio di tumori al seno e di favorirne la crescita. Si raccomanda quindi alle donne di evitare l’assunzione per lungo tempo di farmaci come la pillola anticoncezionale, farmaci anabolizzanti e la terapia ormonale sostitutiva (che deve essere assolutamente vietata alle pazienti con malattie displastiche o con pregresso tumore mammario).
** LA PREVENZIONE SECONDARIA = si prefigge, come obiettivo, l’individuazione del tumore in uno stadio iniziale, mediante l’associazione di esami clinici (autoesame, visita senologica) ed esami strumentali, in modo da intervenire con una tempestività tale che, unitamente alla maggiore efficacia dei nuovi farmaci, consente di ottenere un numero sempre maggiore di guarigione. Purtroppo ancora oggi un’alta percentuale di donne scopre di avere il tumore con le proprie mani e spesso in una fase avanzata. Questo perchè non si sono sottoposte agli accertamenti secondo le raccomandazioni ed i protocolli nazionali che consentono di evidenziare il tumore, come detto sopra,quando è ancora in una fase precoce. Tale obiettivo si può raggiungere con l’utilizzo oltre che con ì esami clinici (l’autoesame e visita senologica) con esami strumentali che comprendono, in primo luogo ed in modo imprescindibile, la mammografia, a seguire l’ecografia ed,in casi particolari ,la RM e l’agoaspirato.
Occorre precisare che l’esame mammografico non è esente da errori, tanto è vero che secondo alcuni autori il tumore, per varie cause, può non venire apprezzato in una percentuale di casi che si aggira intorno al 20%. Questa è la ragione per cui diversi studiosi consigliano di associare quasi sempre alla mammografia l’ecografia, sopratutto prima dei 50 anni quando il tessuto mammario è più denso con conseguente maggiore difficoltà di identificare con la sola mammografia un eventuale tumore.
La mammografia viene proposta come:
- MAMMOGRAFIA DI SCREENING: Consiste in programmi regionali,effettuati a scopo preventivo, con cui si invitano le donne asintomatiche tra i 50 e i 69 anni a sottoporsi, in modo gratuito, ad esame mammografico ogni due anni. In qualche regione lo screening si effettua dai 45 ai 74 anni. In tal caso la mammografia viene eseguita ogni anno fino ai 50 anni e poi ogni due anni fino ai 74 anni.
- MAMMOGRAFIA DIAGNOSTICA: viene eseguita su richiesta della donna o del medico allorquando si riscontrano anomalie con l’autoesame, con la visita senologica o con l’ecografia.
- MAMMOGRAFIA CLINICA: è quella consigliata a tutte le donne a partire dai 40 anni. Dopo l’esecuzione dell’esame il radiologo raccoglie dati anamnestici e deciderà di fare ulteriori accertamenti se dovessero nascere dubbi dall’esame mammografico.Nei soggetti con familiarità, mutazioni genetiche o con altri fattori di rischio l’esame deve essere anticipato a 35 anni ed effettuato una volta all’anno.
- DUTTOGALATTOGRAFIA: è utilizzata, in particolare, nelle secrezioni dal capezzolo.Consente di evidenziare difetti di riempimento del dotto causati da lesioni intraduttali.
- ECOGRAFIA MAMMARIA: è una tecnica indolore, di semplice esecuzione, non presenta controindicazioni o preparazione particolare, non è invasiva. Esamina entrambe le mammelle in ogni quadrante ed i cavi ascellari. Diventa indagine di primo livello nelle giovani donne (prima dei 35 anni), in gravidanza e durante l‘allattamento. E’ opportuno precisare che è un’indicazione errata consigliare o richiedere dopo i 40 anni l’esame ecografico in alternativa all’esame mammografico. Ciò perché la mammografia, secondo i maggiori esperti senologi, è l’unica tecnica che permette l’esplorazione della mammella in tutta la sua completezza ed in grado di rilevare la maggior parte dei tumori in fase precoce. Essa quasi sempre viene associata alla mammografia, soprattutto nei seni densi,dove l’abbinamento dei due esami diventa obbligatorio,perchè in questi casi, riducendosi la sensibilità della mammografia, l’ecografia può dare informazioni utili al fine di ridurre il rischio di errori diagnostici.
Viene indicata nell’approfondimento di reperti clinico-mammografici dubbi, per es. differenziazione tra lesioni a contenuto liquido(cisti) e lesioni a contenuto solido, nello studio dei linfonodi ascellari, nell’elastografia, nella valutazione di impianti protesici, come guida nella localizzazione preoperatoria della lesione o per il prelievo citologico o istologico
- RISONANZA MAGNETICA: è uno strumento diagnostico molto importante ed è considerato l’esame più sensibile in ambito senologico in quanto in grado di identificare la quasi totalità delle neoplasie mammarie. Pur avendo elevata sensibilità, ha tuttavia una scarsa specificità con un certo numero di falsi positivi in quanto esistono caratteristiche RM che sono identiche sia alle lesioni benigne che maligne. Per tale motivo viene considerata un esame complementare e non sostitutivo della mammografia e della ecografia. Viene utilizzata solo in casi selezionati come donne ad alto rischio di tumori mammari per mutazione dei geni BRCA 1 e BRCA2 o per familiarita’, nei seni molto densi,nello studio di protesi mammarie,nei casi non diagnosticati con le tecniche tradizionali, nella stadiazione preoperatoria e , in linea di massima, su indicazione del senologo e sempre dopo aver eseguito la mammografia ed ecografia. E’ sconsigliata nei soggetti portatori di protesi metalliche, di protesi vascolari, di pace maker .
Altri esami come la MAMMOSCINTIGRAFIA e la PET-TC vengono utilizzati meno frequentemente ed in casi particolari.
Inoltre in caso di presenza di una lesione sospetta alla mammografia o alla palpazione è necessario eseguire ulteriori approfondimenti diagnostici mediante esami di laboratorio come:
- L’ESAME CITOLOGICO: è un procedimento che permette il prelievo di poche cellule che consentono all’anatomo-patologo un esame esclusivamente citologico. Viene eseguito su secrezioni del capezzolo quando la secrezione è monolaterale e monoorifiziale, ematica o siero- ematica o trasparente come”acqua di roccia”, sul contenuto di cisti in presenza di liquido ematico o sieroematico, su lesioni erosive del capezzolo quando vi è il sospetto di M. di Paget, in caso di tumefazioni solide individuate con la palpazione o con esami strumentali (mammografie, ecografie, R.M.) di cui non si ha la certezza della loro natura benigna o maligna
- L’AGOASPIRATO MAMMARIO è una metodica che consiste nel prelevare, quasi sempre a guida ecografica, con unuido ematico e siero emat ago sottile cellule o liquido dalle lesioni mammarie
- L’AGOBIOPSIA MAMMARIA consiste in un prelievo di tessuto mammario in caso di dubbio diagnostico. Viene effettuata mediante:
La CoreBiopsy o microbiopsia consistente in un prelievo bioptico con ago tranciante di medio calibro ecoguidato e il Mammotone (agobiopsia a guida sterotassica) che consiste nel prelievo di frustoli di tessuto mammario o di microcalcificazioni previa localizzazione e centratura mediante mammografia.
*** LA PREVENZIONE TERZIARIA = ha lo scopo di evitare le complicanze che possono insorgere dopo l’intervento chirurgico. Mira quindi alla prevenzione delle recidive locali o di eventuali metastasi. Controlla le terapie e la loro corretta assunzione,l’assistenza domiciliare, la riabilitazione fisica e psichica finalizzata al migliore inserimento nel contesto familiare e sociale. Molto importanti, inoltre,vengono considerati anche in questa fase gli stili di vita. Seguire una dieta povera di grassi e ricca di frutta e verdure (tipo dieta mediterranea), fare attività fisica, non fumare ed evitare il fumo passivo, asternersi completamente o comunque non eccedere nell’uso di alcolici,ecc. riducono il rischio di recidive tumorali.
N.B : Questa esposizione, frutto di informazioni ricavate da interviste ed esperienze di ricercatori, da linee guide, dalle raccomandazioni fatte da società scientifiche, da pubblicazioni di riviste mediche etc., mira solo a sollecitare le donne che ancora non si sono sottoposte alle indagini previste dai protocolli nazionali a farlo nei tempi e nei modi consigliati e non a sostituirsi alle indicazioni, raccomandazioni e prescrizioni dei propri medici curanti o dei propri senologi.
Dott. Vincenzo Arceri