Il mese di Ottobre è il mese della prevenzione del tumore del seno

La pubblicazione di questo elenco di domande e risposte ha lo scopo di portare a conoscenza delle donne l’estrema importanza della prevenzione del tumore del seno con lo scopo di sensibilizzare e sollecitare tutte le donne adulte, che ancora non si sono sottoposte alle  indagini previste dai protocolli nazionali  a farlo nei tempi e nei modi consigliati.


Cosa è la prevenzione del tumore al seno?

La prevenzione, in generale, ha come finalità quella di ridurre l'insorgenza delle malattie e della mortalità, ed è, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità),strettamente collegato al concetto della Promozione della Salute e mira a dare a  tutte le persone  regole, mezzi e strumenti per diventare più padrone della propria salute al fine di poterla conservare, proteggere e migliorare. Ovviamente tale concetto di prevenzione vale e si applica per tutte le patologie che coinvolgono il nostro organismo, privilegiando però, quelle più gravi come i tumori.
Tra questi si segnala, in particolare, il tumore del seno, per l’enorme importanza che riveste nelle donne considerato che per il 99% il tumore mammario colpisce in sesso femminile, aumenta di anno in anno ed è il tumore più frequente nelle donne (costituisce il 30% di tutti i tumori che colpiscono le donne),tanto  è vero che, secondo le statistiche americane,1 donna su 8 , avrà nel corso della propria esistenza un tumore al seno. Tutto ciò ci fa comprendere quanto sia importante e necessario per le donne lo strumento della prevenzione di questo tumore. A riprova di quanto detto prendiamo in esame un caso ipotetico. Nella malaugurata ipotesi che una donna venga colpita dal tumore del seno mentre sta eseguendo con puntualità e correttezza tutti quei controlli previsti dai protocolli nazionali e raccomandati dalla OMS per la prevenzione, ella verrà a trovarsi in una condizione molto favorevole per poter sconfiggere il tumore. E ciò perché, in questo caso , la malattia tumorale verrà sicuramente individuata in una fase iniziale, quando  la lesione è di piccole dimensioni, circoscritta e confinata nella ghiandola mammaria, non ha ancora invaso i tessuti circostanti e, soprattutto, non ha ancora invaso i vasi linfatici  ed i vasi sanguigni, per cui il tumore  non si è potuto diffondere ad altri organi  e quindi con assenza di metastasi.

Verrà curata con la rimozione chirurgica  mediante tumorectomia o quadrantectomia che, associate a cure mediche adeguate, avrà la quasi certezza di una guarigione completa. Al contrario, se non esegue la prevenzione e quindi evita di sottoporsi ai controlli periodici previsti, la malattia tumorale verrà, quasi sempre, individuata in una fase più o meno avanzata, con  tumore  aumentato di volume, con infiltrazione dei tessuti circostanti  e dei vasi linfatici e sanguigni  e con la malattia che si è propagata ad altri organi  con  metastasi diffuse. In questa circostanza la prognosi sarà altamente sfavorevole, con scarsissime, o quasi nulle, probabilità di guarigioni complete. E’ facile quindi comprendere quanto sia estremamente importante e necessario lo strumento della prevenzione per evitare grandi sofferenze alle donne e salvaguardare la loro vita. D’altronde se si chiede ai senologi cosa è la prevenzione del tumore del seno una parte di loro risponderà che essa costituisce oggi l’unica arma che abbiamo a disposizione per sconfiggere il tumore, altri diranno che è vita, è vita per tutte quelle donne sfortunate che vengono colpite dal tumore, tant’è  che sul logo della lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) c’è un motto con scritto
“prevenire è vivere”. Evidenze scientifiche, infatti, hanno ormai accertato che con una prevenzione puntuale e corretta, si possono raggiungere guarigioni complete tra il 90 e il 96% e, secondo alcuni studiosi, anche del 99% se la malattia viene individuata in fase preclinica (Veronesi). Ecco perchè sorge la necessità di dare le opportune informazioni sull’argomento a tutte le donne, al fine di sensibilizzarle, sollecitarle e convincerle a fare prevenzione esortandole a sottoporsi con puntualità ai
controlli periodici previsti.
                                                                                                                                    
Secondo i protocolli nazionali la prevenzione deve iniziare fin dalla giovane età, a 25 anni (o a 20, se vi sono fattori di rischio) eseguendo l’autoesame ogni mese tra il 5-6° ed il 14° giorno dall’inizio del ciclo mestruale e sottoporsi ad una visita senologica annuale. Dai 30 anni ai 40 anni associare agli esami precedenti l’ecografia ogni anno (o semestrale se vi sono fattori di rischio elevato), dai 40 ai 50 anni aggiungere la mammografia ogni anno (in presenza di fattori di rischio anticipare l’inizio a 35 anni), dai 50 anni in poi eseguire tutti gli esami precedenti con la mammografia da fare ogni due anni.                                                                      

E’ importante inoltre fare in modo che le donne vengano informate di cosa sono e quali sono i fattori di rischio per poterli evitare o eliminarli, per quanto dipende da loro.  


*Come si previene il tumore al seno?

Varie sono le cause che possono determinare l’insorgenza del tumore del seno. Una gran parte dei tumori insorge per cause ancora sconosciute, altri invece sono dovuti ad alcuni fattori di rischio che ne favoriscono l’insorgenza. Come possiamo allora prevenire il tumore mammario? Come sostenuto da illustri studiosi " la sola speranza che abbiamo per sconfiggere il tumore del seno è di diagnosticarlo e curarlo al primissimo stadio” (L.Tabar e B.Dean), cosa oggi possibile mediante la prevenzione purchè eseguita con estrema regolarità, puntualità e correttezza. Per ottenere ciò dobbiamo ricorrere alla prevenzione primaria e alla prevenzione secondaria.

La prevenzione primaria consiste nell’assumere comportamenti che mirano ad evitare o a ridurre il rischio della comparsa del tumore e andare alla ricerca di tutti quei fattori di rischio che ne favoriscano l’insorgenza. Questo al fine di evitarli o modificarli. Ma ciò, purtroppo, non sempre è possibile perché vi sono fattori di rischio che noi non possiamo modificare ed altri che possiamo modificare.


FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI

*ETA’: raro prima dei 25 anni, la maggior parte dei tumori si manifesta tra i 50 e i 69 anni.                                                                                                 
*SESSO: il sesso femminile è quello più colpito (99%). Raro nel sesso maschile(1%).
*FAMILIARITA’: chi ha avuto parenti stretti (mamma, sorelle, figlie), ma anche parenti materni o paterni con tumore mammario ha maggiori rischi di avere un tumore. Questi soggetti ereditano la predisposizione non la certezza di sviluppare  il tumore.
*PATRIMONIO GENETICO: chi ha mutazioni dei geni, soprattutto di BRCA1 e BRCA2, ha un rischio dal 60 al 87% di sviluppare un tumore del seno. E' necessario precisare che questi soggetti non ereditano il tumore ma solo la predisposizione ad ammalarsi di tumore come per la familiarità.
*MENARCA PRECOCE (prima mestruazione) O MENOPAUSA RITARDATA
*DENSITA’ MAMMARIA: incremento del tumore di 4/6 volte per le donne con densità mammaria elevata(75%).
*MALATTIE DISPLASICHE: per es. iperplasia atipica duttale e lobulare, considerate lesioni precancerose.
*NULLIPARITA’: è riferito a donne che non hanno avuto figli. Non avendo avuto gravidanze non si interrompe mai, durante tutta la loro vita fertile, la produzione di estrogeni attraverso le ovaie e pertanto hanno un rischio più elevato.
*DIABETE DI TIPO 2 :  hanno un 27% di rischio in più di manifestare questo tumore soprattutto se in menopausa.
*PREGRESSA RADIOTERAPIA DEL TORACE: per es. soggetti sottoposti a sedute radioterapiche per la cura di linfoma di Hodgkin.
*RAZZA: il tumore del seno colpisce più le donne bianche che le donne asiatiche o afroamericane.

I FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI:
I fattori di rischio modificabili si identificano nella scelta degli stili di vita.
Per stili di vita si intende quell’insieme di regole, azioni, comportamenti sani e corretti personali ma anche familiari ed ambientali, che gli individui assumono tutti i giorni e che incidono sulla qualità della vita e consentono di raggiungere uno stato di completo benessere fisico e psichico-mentale. Per ottenere ciò necessita fare delle scelte. Tali scelte consistono prevalentemente nell'adottare una alimentazione sana (tipo dieta mediterranea),ricca di frutta e verdure e priva di grassi, nell’evitare l’abuso di bevande alcoliche o comunque ridurle al minimo, nell’eliminare il fumo attivo ed il fumo passivo e fare con costanza una attività fisica per evitare il sovrappeso e l’adiposità. Secondo l’OMS seguire un corretto stile di vita, ovvero adottare una dieta sana e praticare con regolarità una attività fisica, può ridurre l’insorgenza dei tumori di 1 su 3.

Utilizzare poi la prevenzione  secondaria, il cui scopo principale è raggiungere una diagnosi precoce che ci consente di individuare il tumore in una fase iniziale per poterlo sconfiggere. Essa si ottiene sottoponendosi ai controlli periodici clinico-eco-mammografici (visita senologica, ecografia, mammografia, e quando necessario, risonanza magnetica ed agobiopsia) secondo i protocolli nazionali. Al fine di rilevare precocemente eventuali cambiamenti della mammella, anche piccolissimi, rispetto al mese precedente, che possono essere segni iniziali di un tumore, è importante fare anche l’autoesame (autopalpazione ed autoispezione). Esso va fatto nella propria casa tutti i mesi dopo il ciclo mestruale tra il 5°-6°giorno e il 13°-14° giorno dall’inizio delle mestruazioni (per chi è in menopausa, fare l’autoesame ogni mese stabilendo un giorno fisso). Nel caso di riscontro positivo riferirlo subito al proprio medico che provvederà a richiedere ulteriori accertamenti. 


Come si fa la diagnosi precoce del tumore al seno?

Con l‘autoesame (autoispezione e autopalpazione del seno) che è il primo strumento per la prevenzione del tumore del seno e che mira a consentire alla donna d’individuare eventuali variazioni del proprio seno, quali retrazioni o secrezioni del capezzolo, increspature e affossamenti, anche minimi, sulla cute e qualsiasi altra anomalia rispetto al mese precedente, che potrebbero esseri segni di tumore iniziale. Si raccomanda in caso di riscontro positivo di qualche anomalia di segnalarlo immediatamente al proprio medico che provvederà a richiedere ulteriori approfondimenti diagnostici. Va eseguito nella propria casa con puntualità ogni mese tra il 5°-6°giorno e 13°-14° giorno dall’inizio delle mestruazioni (per chi è in menopausa, fare l’autoesame ogni mese stabilendo un giorno fisso).

Con la visita senologica cioè l’esame del seno eseguito da un medico specialista (senologo) da effettuarsi una volta l’anno a partire dai 25 anni di età (nei soggetti con fattori di rischio iniziare dai 20 anni). 

Con la ecografia: è una tecnica diagnostica per immagini di semplice esecuzione, ben tollerata, non invasiva che utilizza gli ultrasuoni. Viene eseguita con sonde a elevata frequenza esaminando entrambe le mammelle in ogni quadrante ed i cavi ascellari. E’ indagine di primo livello nelle giovani donne (sotto i 35 anni), in gravidanza e durante l’allattamento ed in caso di flogosi, traumi, mastodinie. Quasi sempre viene associata alla mammografia incrementando la sensibilità, soprattutto in presenza di seni densi. Trova inoltre indicazioni nell’approfondimento di reperti clinico-mammografici dubbi (differenza tra nodulo solido e nodulo cistico), nella valutazione di impianti protesici, nella localizzazione preoperatoria della lesione, per il prelievo citologico o istologico. Non deve essere però mai utilizzata da sola per la diagnosi del tumore, in quanto non consente per es. di identificare spesso le microcalcificazioni (talvolta unico segno di tumori in fase iniziale) né consente di evidenziare la struttura della ghiandola mammaria nella sua completezza. E‘ assolutamente errato consigliare o eseguire l’ecografia come alternativa alla mammografia per la diagnosi precoce del tumore, soprattutto nei soggetti sopra i 40 anni, semmai, deve essere consigliato l’abbinamento di entrambe le metodiche.

 Con la mammografia: Si tratta di un esame eseguito con un’apparecchiatura radiologica – il mammografo – che, utilizzando raggi X, consente di individuare eventuali alterazioni del tessuto mammario, noduli anche di ridotte dimensioni, spesso non palpabili, microcalcificazioni. Al fine della diagnosi precoce è consigliabile eseguire la prima mammografia a 40 anni e successivamente una volta all’anno fino ai 50 anni, quasi sempre abbinata all’ecografia. Tale abbinamento, in questa fascia d’età, attualmente viene risconosciuto da molti esperti, come il metodo più efficace per la diagnosi precoce del tumore, rappresentando il miglior standard diagnostico attualmente disponibile. Dopo i 50 anni la mammografia viene consigliata ogni due anni.    I timori di una esposizione eccessiva alla radiazione sono ingiustificati, poiché con i moderni mammografi in dotazione le radiazioni assorbite sono molto ridotte.

 Con la Risonanza Magnetica: viene utilizzata a completamento diagnostico della mammografia e dell’ecografia, qualora queste risultino “non conclusivi” o quando esista un dubbio di localizzazione multicentriche, oppure nelle donne con un rischio familiare alto e nelle portatrici di protesi mammarie. Qualora da questi esami dovessero evidenziarsi lesioni o microcalcificazioni sospette è necessario eseguire un agoaspirato o un’agobiopsia (core biopsy, mammotome) al fine di stabilire la loro natura benigna o maligna. 

Si insiste, e lo faremo spesso, sulla importanza della diagnosi precoce, che mira ad individuare il tumore in una fase iniziale, quando ancora è di piccole dimensioni, per il motivo che con l’escissione, associata all’utilizzo di nuove, mirate e più efficaci terapie mediche, si ottiene una elevatissima probabilità di guarigioni definitive, che raggiungono, seconde alcune statistiche, una percentuale tra il 90 e il  96% e, secondo alcuni studiosi, anche del 99% se la malattia viene individuata in fase preclinica (Prof.Veronesi).Questo perché quando il tumore è individuato in una fase precoce e meglio ancor in fase preclinica, è solitamente al disotto di un 1 cm., è circoscritto e confinato nella ghiandola mammaria, non ha ancora invaso i tessuti circostanti e, soprattutto, i vasi linfatici e sanguigni e quindi non ha potuto invadere altri organi con le metastasi.


In cosa consiste l’Autoesame?

L’ autoesame del seno riveste un ruolo molto importante e rappresenta il primo strumento di prevenzione del tumore del seno. E’ un esame semplice che una donna può effettuare da sola a casa. Ovviamente non deve sostituire la visita senologica, la mammografia o l’ecografia.

La donna scelga un giorno del mese in cui fare l’autoesame. Nel giorno stabilito, dopo aver fatto la doccia, con i seni bagnati o meglio ancora insaponati (questo perchè il seno bagnato e insaponato aumenta la sensibilità tattile dei polpastrelli e quindi più in grado di identificare anche le piccole irregolarità che in un seno asciutto è più difficile valutare) si pone in decubito supino (coricata) su un lettino e si comincia a palpare il seno dx. Tenendo la mano omolaterale (dx) dietro la nuca passi con la punta delle dita della mano sin., posta a piatto, su tutti i quadranti del seno, prima in modo dolce e superficiale e successivamente più profonda. Il seno sin. verrà esaminato con le stesse modalità del dx. Questa operazione consente alla paziente di apprezzare la presenza di eventuali noduli o placche dure nel contesto dei seni.

Una volta esaminati i seni ci si pone in posizione eretta (all’inpiedi) e con il braccio sollevato si esamina rispettivamente il cavo ascellare dx e poi il cavo ascellare sin. alla ricerca di eventuali noduli o di altre anomalie. Nel caso di apprezzabilità di noduli o di anomalie della cute e dei cavi ascellari si raccomanda di non sottovalutarli, come purtroppo talvolta capita, ma segnalarli immediatamente al proprio medico, che richiederà ulteriori approfondimenti diagnostici.

Successivamente si passa all’autoispezione dei seni, sempre in posizione eretta. Ponendosi davanti ad uno specchio in posizione frontale e laterale, si va alla ricerca di eventuali variazioni o alterazioni, anche minime, della cute rispetto al mese precedente, come la comparsa di raggrinzamenti, infossamenti della pelle o retrazioni dei capezzoli, che sono espressione di aderenze dei piani sottocutanei dovuti spesso a processi neoplastici, si controllano i reggiseni alla ricerca di eventuali macchie dovute a secrezioni dai capezzoli e si accerta se vi sono cambiamenti del volume e della forma delle mammelle.

Si raccomanda infine di porre molta attenzione ai quadranti inferiori soprattutto a livello dei solchi sottomammari. Nel caso di apprezzabilità di noduli o di anomalie della cute e dei cavi ascellari si raccomanda di non sottovalutarli e segnalarli immediatamente al proprio medico, che richiederà eventualmente ulteriori approfondimenti diagnostici.

Essa va fatta una volta al mese per tutti i mesi dell’anno. Per chi ancora non è andata in menopausa si consiglia di farlo tra il 5°-6° e il 13°-14° giorno dall’inizio delle mestruazioni. Per chi è già in menopausa, fare l’autoesame ogni mese stabilendo un giorno fisso. Si inizia dai 25 anni, o dai 20 nei soggetti che presentano fattori di rischio come familiarità, mutazioni del patrimonio genetico, ecc. Si raccomanda di farlo con estrema puntualità e correttezza, soprattutto alle donne che hanno superato i 50 anni, poiché da questa età in poi si verifica il massimo incremento dei tumori mammari.


Specialista:
Dott. Vincenzo Arceri